sabato 16 marzo 2024

 

ALDO MORO ERA A UN PASSO DALL’ESSERE LIBERATO? – LA MATTINA DEL 9 MAGGIO 1978, GIORNO IN CUI IL LEADER DEMOCRISTIANO VENNE RITROVATO, SENZA VITA, IN CENTRO A ROMA, FRANCESCO COSSIGA ERA OTTIMISTA – SECONDO ALCUNI TESTIMONI IL MINISTRO DELL'INTERNO DELL'EPOCA "AVEVA CONVOCATO CLAUDIO SIGNORILE AL VIMINALE PERCHÉ AVREBBE DATO AI SOCIALISTI IL MERITO DELLA LIBERAZIONE – ANCHE IN VATICANO CREDEVANO NEL BUON ESITO DELLA TRATTATIVA CON LE BR – DAGOREPORT: MORO FU SACRIFICATO. VOLATI A ROMA, GLI UOMINI DELL’FBI IMPOSERO A FRANCESCO COSSIGA LA ''LINEA DELLA FERMEZZA"




LA VITA DI ALDO MORO FU SACRIFICATA PER NON LASCIARE L'ITALIA ALLA MERCÉ DELLE BRIGATE ROSSE - GIUSTI, RECENSENDO “ESTERNO NOTTE” DI BELLOCCHIO, METTE IL DITO NELLA PIAGA: “CON MORO VIVO MAGARI LE BR NON SAREBBERO STATE DECAPITATE COME ACCADRÀ DUE ANNI DOPO”. BEN DETTO: DA QUI SI DEVE PARTIRE PER RIAPRIRE LA BOTOLA DELLA MORTE DI MORO - VOLATI A ROMA, GLI UOMINI DELL’FBI IMPOSERO A FRANCESCO COSSIGA LA ''LINEA DELLA FERMEZZA": INTERVENIRE IN VIA GRADOLI AVREBBE INFIAMMATO ANCOR DI PIÙ IL TERRORISMO. OCCORREVA ESTIRPARE L'INTERA RETE DELLE BRIGATE ROSSE. E COSSIGA DOVETTE PIEGARE LA TESTA (E L'ANIMA) ALLA DECISIONE DI SACRIFICARE LA VITA DEL SUO AMICO E MAESTRO POLITICO

 

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/vita-aldo-moro-fu-sacrificata-non-lasciare-39-italia-332062.htm

 

Francesco Saita per Adnkronos

 

ALDO MOROALDO MORO

C'è ancora chi preferisce non esporsi, tornando però a raccontare cose che riaffiorano nel tempo. Ci sono ancora -quel che più conta- tante zone d'ombra, troppe, per quello che è il delitto politico più clamoroso della storia della Repubblica. E alla fine, a 46 anni dall'omicidio di Aldo Moro, si continua a riflettere, a cercare di capire, a scartare fake news e quindi a scrivere.

 

Come fa nel suo libro la giornalista e scrittrice Stefania Limiti ("Quel che resta del caso Moro", edizioni Interlinea, pp. 155, in uscita domani, 16 marzo) costruendo la sua narrazione nel dialogo tra chi fu testimone di quei giorni e la realtà geopolitica di fine anni '70, che vedeva l'Italia come la faglia più pericolosa dell'ecosistema nato dopo Yalta, tra interessi atlantisti e piduisti, e presunti rischi di vittoria politica dei comunisti italiani, troppo lontani anche da Mosca e quindi fuori controllo.

 

moro cossigaMORO COSSIGA

Il volume ha il merito di riaccendere i fari, senza ricorrere ad azzardate ipotesi e dietrologie, sulla drammatica vicenda che inizia il 16 marzo del 1978 a Via Fani, con la strage dei 5 uomini della scorta e il rapimento di Moro, e tutto quello che poi implode, per fattori esterni e ancora poco noti, all'interno di una serie di trattative per la liberazione dell'uomo simbolo del compromesso storico, che tutti volevano salvare (e forse potevano in tanti) e nessuno riuscì a far uscire vivo dalla 'prigione del popolo'. Se si guarda all'epilogo, al 9 maggio, quella storia, con la 'S' maiuscola, che la famiglia Moro evocherà come unico tribunale della verità per far chiarezza "sulla vita e sulla morte di Aldo Moro", sta per prendere una strada diversa.

 

ALDO MORO VIA FANIALDO MORO VIA FANI

Quella che un regista come Marco Bellocchio, nel suo “Esterno notte” sceglie di percorrere, con un Moro libero e confuso per le strade di Roma, dopo 55 giorni. Eppure, stando al racconto di Limiti -ecco la testimonianza della fonte coperta "ma di primo piano nella democrazia cristiana del tempo", come sottolinea la stessa autrice all'AdnKronos- quella possibilità che avrebbe cambiato la Storia -certo del Paese ma anche di quell'uomo- fu a un passo dal divenire realtà, proprio la mattina del 9 maggio. Moro stava infatti per essere liberato.

 

claudio signorile bettino craxiCLAUDIO SIGNORILE BETTINO CRAXI

"9 maggio 1978, ore 7,45: sappiamo che Cossiga entra alla buvette di Montecitorio ed è soddisfatto. Assicura un testimone che era lì: "Andavo sempre verso quell'ora proprio perché si poteva incontrarlo facilmente, erano minuti preziosi per parlarsi - è la testimonianza raccolta dall'autrice-. Credo che avesse convocato Signorile al Viminale nelle ore successive, come è noto, proprio perché avrebbe dato ai socialisti, al di là del loro effettivo ruolo, la responsabilità dell'esito positivo del sequestro. Sì, Cossiga era davvero contento durante quel caffè, naturalmente non mi disse nulla...".

 

henry kissinger giovanni leone aldo moroHENRY KISSINGER GIOVANNI LEONE ALDO MORO

Ha gioco facile, l'autrice a mettere in fila orari e avvenimenti noti con quanto apprende dalla fonte scudocrociata, che innanzi tutto offre una chiave di lettura nuova dell'incontro tra Cossiga e Signorile, su cui anche ultimamente si è tornati a parlare, per retrodatare clamorosamente la notizia di Moro rivenuto morto a Via Caetani, ben prima della telefonata del brigatista Morucci al professor Franco Tritto.

 

Ora si aggiunge un tassello non da poco: Cossiga pare dunque voler coinvolgere il vicesegretario socialista per trovare un modo 'accettabile' per dare all'opinione pubblica e forse anche ai tanti nemici di Moro dentro e fuori della Dc, la notizia della liberazione del suo vecchio maestro, senza derogare dalla linea della fermezza, apparentemente unica stella polare di democristiani e comunisti.

 

claudio signorile mezzogiorno federatoCLAUDIO SIGNORILE MEZZOGIORNO FEDERATO

È libero grazie a una trattativa che ha visto al centro i socialisti, poteva essere l'escamotage accettato da tutti. Stesso ottimismo pareva nutrirlo il Vaticano. Già l'8 maggio "la cerchia dei più stretti assistenti di Paolo VI venne messa in allarme perché avrebbe potuto ricevere una telefonata in cui si annunciava l'accettazione della proposta da parte delle Br e l'avvio delle procedure per la liberazione dell'ostaggio", scrive ancora Limiti, riportando la testimonianza di don Cesare Curioni, l'uomo della trattativa portata avanti dalla santa Sede.

 

amintore fanfani 1AMINTORE FANFANI 1

Nel libro si apprende pure come lo stesso Fanfani, dopo la telefonata ultimatum di Mario Moretti del 30 aprile, in cui il capo delle Br chiede un segnale immediato della Dc per evitare l'epilogo sanguinario, fosse ormai pronto a metterci la faccia. "Fanfani -racconta alla Limiti Beppe Pisanu, nel 1978 capo della segreteria politica di Benigno Zaccagnini- non aveva ancora parlato quando arrivò la notizia della morte di Moro". Qualcuno decise che le parole dell'altro cavallo di razza dello scudocrociato, avrebbero messo nei guai chi invece voleva la fine di Moro.

 

giulio andreotti con benigno zaccagniniGIULIO ANDREOTTI CON BENIGNO ZACCAGNINI

Ucciderlo dopo il via libera alla trattativa di Fanfani sarebbe stato un colpo mortale per gli avversari di Moro, brigatisti e non, e quindi non si diede il tempo a Fanfani di intervenire. Per arrivare a presentare questo nuovo pezzo della vicenda la ricostruzione della Limiti, già autrice di 'Doppio livello, come si costruisce la destabilizzazione in Italia', lascia spazio più volte alle parole di Moro, ma non soltanto a quelle tristemente note del cosiddetto 'Memoriale' o quelle scritte nelle decine di lettere indirizzate a amici e politici durante i 55 giorni. Trovano posto infatti nel volume brani significativi degli interventi del Moro politico e non ancora prigioniero dei brigatisti.

 

Quel che resta del caso Moro - COPERTINAQUEL CHE RESTA DEL CASO MORO - COPERTINA

Che a ben vedere, sin dagli anni '60, dalla prima apertura ai socialisti, non sono riflessioni e timori così diversi da quelli che ribadirà poco prima di morire. "La Dc ha perduto la forza di essere se stessa e di farsi rispettare, non ha nessuna voglia di cambiare strada, non intende imparare niente dai fatti, c'è una congiura della mediocrità e dell'incultura", dice Moro nel '71, non nascondendo il suo timore per l'avanzata della Destra alle ultime elezioni.

 

Il leader democristiano non ci gira intorno, chiede al partito "di uscire dal suo cinismo, dalla sua mediocrità, dalla sua paura, dal suo elettoralismo deteriore" e di essere "invece capace di offrire una parola di franchezza e di chiarezza, una prospettiva di più sostanziale libertà". Accuse che ripeterà anche quando sarà nelle mani dei suoi carcerieri, non risparmiando critiche ai vari Andreotti e Zaccagnini.

renato rascel, francesco cossiga e aldo moroRENATO RASCEL, FRANCESCO COSSIGA E ALDO MOROcossiga - moroCOSSIGA - MOROfrancesco cossiga aldo moroFRANCESCO COSSIGA ALDO MORO

mercoledì 28 febbraio 2024

 

1. LA SCONFITTA IN SARDEGNA AVVIA LA RESA DEI CONTI MELONI-SALVINI - DUCETTA-VENDETTA: VUOLE DISARCIONARE IL “CAPITONE” DALLA GUIDA DELLA LEGA, PER AVERE UN CARROCCIO MODERATO A TRAZIONE NORDISTA CON LA “SUPERVISIONE” DI ZAIA, FEDRIGA E GIORGETTI 
2. MA PER “CONQUISTARE” IL DOGE, TOCCA RISOLVERE LA GRANA DEL TERZO MANDATO: CON UNA LEGGE DI RIORDINO DEGLI ENTI LOCALI: LE REGIONI DECIDERANNO SUL NUMERO DEI MANDATI
3. LA ''CONCESSIONE'' CHE SI MATERIALIZZERÀ PER ZAIA SOLTANTO DOPO LA DETRONIZZAZIONE DI SALVINI DALLA GUIDA DELLA LEGA. DELLA SERIE: FRIGGERE IL “CAPITONE”, VEDERE CAMMELLO
4. LA CONTROMOSSA DI SALVINI: CHIEDERE AL CONSIGLIO FEDERALE DELLA LEGA UN MANDATO PER CHIARIRE LO STATO DI SALUTE DELL'ALLENZA PER POI TOGLIERE L'APPOGGIO  AL GOVERNO
5. QUANDO LA MELONA SI AUTO-DEFINISCE “NANA” VUOLE FAR SAPERE A SALVINI CHE CONOSCE LO SFOTTÒ CHE LUI USA PER SBERTUCCIARLA (“NANA BIONDA”) – ABRUZZO, EFFETTO TODDE: CALA IL VANTAGGIO DEL MELONIANO MARSILIO SUL CANDIDATO DEL CAMPOLARGO, D'AMICO...



 

DAGOREPORT

GIORGIA MELONI CENA CORRISPONDENTI STAMPA ESTERAGIORGIA MELONI CENA CORRISPONDENTI STAMPA ESTERA

La sconfitta del centrodestra in Sardegna è scivolata via indenne solo nella Fiamma Magica di Fazzolari - il braccio destro (e teso) della Melona insardinata l’ha derubricata, nel suo Mattinale, a “fatto locale”.

 

In realtà, l’inattesa vittoria di Alessandra Todde, profetizzata in solitudine solo da questo disgraziato sito in data 18 febbraio, ha lasciato ferite profonde nella maggioranza di governo, che si dimostra sempre più un pollaio di galletti in lotta tra loro.

 

Nel commentare la batosta sarda, Giorgia Meloni ha ammesso la sconfitta, mostrando un apparente rinsavimento nel post su X: “Le sconfitte sono sempre un dispiacere, ma anche un'opportunità per riflettere e migliorarsi. Impareremo anche da questo”.

 

LA DISFATTA DI MATTEO SALVINI IN SARDEGNA - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIALA DISFATTA DI MATTEO SALVINI IN SARDEGNA - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA

Poi però, alla cena con la Stampa estera, tra un balletto che a molti ha ricordato la scomparsa premier finlandese Sanna Marin e una battuta romanesca, ha lasciato debordare quella sua arroganza al limite del patologico, mandando un chiaro “pizzino”: “Non bisogna mai sottovalutare la potenziale cattiveria di un buono, costretto a essere cattivo. La cosa che mi fa arrabbiare di più? La slealtà”. Il "pizzino" aveva come destinatario Matteo Salvini, il suo nemico più intimo.

 

matteo salvini e giorgia meloni sardegnaMATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI SARDEGNA

La Sorella d'Italia, dopo aver ingoiato la sconfitta del suo Paolo Truzzu, maturata ai danni del decapitato Solinas, governatore uscente sostenuto dalla Lega, non pensa ad altro che alla vendetta, tremenda vendetta verso chi l'ha ruzzolare dall'altare alla polvere.

 

Alla fine, il suo piano per ristabilire l'ordine e restaurare il suo monumento ammaccato è questo: come indebolire, giorno dopo giorno, l’odiato Salvini fino a buttarlo fuori dalla leadership del Carroccio.

 

La strada da percorrere, secondo la Ducetta, è questa: una graduale erosione di consenso e credibilità all'interno della Lega, tramite un patto di ferro con quell’ala moderata, che da tempo non si riconosce più nella linea politica destrorsa del “Truce”.

 

GIORGIA MELONI E LUCA ZAIAGIORGIA MELONI E LUCA ZAIA

Da Fedriga a Zaia, sono molti i “legaioli” che non comprendono, ad esempio, l’alleanza in Europa con i nazistelli di Afd, i rapporti (non solo familiari) con Denis Verdini, la tigna con cui Salvini spinge per costruire il ponte sullo Stretto di Messina (come se i voti la Lega li prendesse in Calabria e in Sicilia) e la probabile candidatura di un destrorso come il generale Vannacci alle europee.

 

Senza contare il già affondato progetto di trasformare la Lega Nord in un partito salviniano ad estensione nazionale. Un graduale cambio di pelle al fu Carroccio bossiano, che mette a disagio i leghisti della prima ora e delle “leghe” associate, rimasti a una concezione della politica localista.

 

giorgia meloni matteo salvini meme by edoardo baraldiGIORGIA MELONI MATTEO SALVINI MEME BY EDOARDO BARALDI

Per nebulizzare Salvini all’interno della Lega, Melona ha bisogno di conquistare la fiducia dell’unico che può disarcionare il ministro dei Trasporti, cioè il governatore del Veneto, Luca Zaia. Un’alleanza, questa, che potrà cementarsi solo risolvendo l’ormai spinosissima questione del terzo mandato per i governatori.

 

Zaia, in più di un’intervista, ha mostrato la sua insofferenza per la scarsa attenzione al tema da parte della premier e di Fratelli d’Italia. Come riuscire, dunque, ad accontentare il Doge per coinvolgerlo nella “cospirazione” contro Salvini? Il progetto è quello di offrire in dote una legge di riordino degli enti locali che permetta alle Regioni di legiferare in autonomia sulla normativa elettorale.

 

 

ELEZIONI IN SARDEGNA - MEME BY IL GRANDE FLAGELLOELEZIONI IN SARDEGNA - MEME BY IL GRANDE FLAGELLO

Una concessione che, nell’idea della premier, si materializzerà soltanto dopo la detronizzazione di Salvini dalla guida della Lega. Della serie: friggere il “Capitone”, vedere cammello.

 

La premier ha un progetto politico chiaro: vuole proporre ai "democristiani" della Lega, tra i quali, oltre a Fedriga e Zaia, è incluso il ministro dell’Economia, Giorgetti, di portare avanti con Forza Italia un governo moderato, a guida Fratelli d’Italia, con una Lega a puntellare il Nord nel rispetto della tradizione bossiana di un partito attento alle istanze settentrionali.  

 

truzzuTRUZZU

Zaia per ora ha mangiato la foglia e, nel frattempo, sono stati mandati avanti a fare guerriglia contro Salvini i duri e puri del “Senatur”.

 

Ne è un esempio l’intervista, rilasciata oggi, dall’ex ministro della Giustizia, Roberto Castelli, a “Repubblica”, in cui viene consegnato un avviso di sfratto al fidanzato di Francesca Verdini: “La sua parabola è finita […]. Noi della vecchia Lega con le stesse percentuali avevamo un progetto forte, il federalismo, lui non ha nulla, ha la stessa identità politica di Meloni, è un doppione senza prospettiva».

 

matteo salvini in carcere a sollicciano (firenze) fa visita a denis verdiniMATTEO SALVINI IN CARCERE A SOLLICCIANO (FIRENZE) FA VISITA A DENIS VERDINI

Castelli poi ci mette il carico: “La prossima batosta sarà alle Europee, poi Salvini si chiuderà nel suo fortino. Sta venendo giù tutto, i militanti al Nord sono in subbuglio. Zaia? Aspetterà il redde rationem, a nuove elezioni politiche”.

 

Parallelamente alla manovra di disturbo tutta interna alla Lega, Giorgia Meloni, nel suo discorso alla stampa estera, ha affondato un altro colpo contro Salvini: nel suo sfogo quasi psicanalitico (“Avrei voluto fare la cantante ma sono stonata. Avrei voluto giocare nella nazionale di pallavolo, ma sono nana. Avrei voluto conoscere Michael Jackson ma è morto troppo presto”), la Ducetta ha usato, volutamente, la parola “nana”: è consapevole, la premier, che Salvini va in giro a sbertucciarla con l’epiteto poco affettuoso di “nana bionda”. Il chiaro riferimento allo sfottò del segretario della Lega è una scoperchiata di altarini. Della serie: caro Matteo, so che dici peste e corna di me in giro, ma me ne frego!

 

matteo salvini francesca verdiniMATTEO SALVINI FRANCESCA VERDINI

Il leader del Carroccio ha incassato queste affettuosità da parte della Regina della Garbatella, e prepara la sua contromossa.

 

Sotto sotto convinto che anche i domiciliari del cognato, Tommaso Verdini, e i nuovi guai del suocero Denis, non siano del tutto “casuali”, Salvini ha in mente di giocare le sue carte dopo il voto regionale in Abruzzo, previsto per il 10 marzo. L’ex truce del Papeete potrebbe chiedere al consiglio federale della Lega un mandato politico per chiarire con Giorgia Meloni lo stato di salute dell’alleanza con Fratelli d’Italia.

 

Anche perché, dopo il voto in Sardegna, con la vittoria a sorpresa del centrosinistra, si rischia una nuova batosta. Dopo l’effetto Todde, si è materializzato un traino psicologico per gli elettori: è divenuto più evidente che nessuna competizione elettorale è scontata e che ogni voto può cambiare anche lo scenario apparentemente più granitico.

 

tweet sulle elezioni in sardegna 12TWEET SULLE ELEZIONI IN SARDEGNA 12

In Abruzzo, fino a qualche mese fa, la rielezione di Marsilio era data per certa, con un distacco nei confronti del candidato del “campo larghissimo” (Pd+M5S+Calenda) di almeno 10-15 punti. Le ultime rilevazioni, invece, certificano un vantaggio del candidato della destra in una forchetta tra i 4 e i 5 punti percentuali.

 

A complicare la rielezione del fedelissimo di Giorgia Meloni (il secondo governatore di Fratelli d’Italia dopo il marchigiano Francesco Acquaroli), c’è una malcelata insofferenza dei camerati abruzzesi nei confronti dello stesso Marco Marsilio. Già quando fu eletto, nel 2019, fu vissuto come corpo estraneo al territorio perché nato a Roma, città in cui vive e ha continuato a vivere anche nei 5 anni da Presidente della Regione.

 

paolo truzzu elezioni regionali sardegnaPAOLO TRUZZU ELEZIONI REGIONALI SARDEGNA

La speranza di Salvini, ambiziosa al limite della follia, è raggiungere il 10% di consensi in Abruzzo. Obiettivo complesso, forse dopato dal 27,5% raccolto alle regionali di 5 anni fa, e reso quasi irrealistico se si considera che in Sardegna il Carroccio si è fermato a un modestissimo 3,7%.

 

Ps. Giorgia Meloni non deve solo gestire le conseguenze della sconfitta politica in Sardegna, ma deve affrontare, e dovrà farlo ancora di più in futuro, le beghe derivanti dalla sua “intellighenzia”: il ceto riflessivo a cui si è affidata per dare un tono culturale alla sua destra (Gennaro Sangiuliano, Alessandro Giuli, Pietrangelo Buttafuoco), non sta ottemperando alla causa di Giorgia, ma si sta dimostrando una brigata di “maestri pasticcioni”.

GIUSEPPE CONTE - ALESSANDRA TODDEGIUSEPPE CONTE - ALESSANDRA TODDE

 

Viste le gaffe di “Genny”, gli scivoloni di Giuli e i guai del musulmano Buttafuoco alla Biennale di Venezia (da ultimo, la questione del contestato padiglione Israeliano) la sora Giorgia si renderà conto che gestire il potere con una banda di fedelissimi e “yes-men” non porta molto lontano? Per consulenze, chiedere a Renzi e al suo “Giglio tragico”…

meme su marsilio e i tre mariMEME SU MARSILIO E I TRE MARIle faccine di giorgia meloni al comizio per paolo truzzuLE FACCINE DI GIORGIA MELONI AL COMIZIO PER PAOLO TRUZZUtweet sulle elezioni in sardegna 1TWEET SULLE ELEZIONI IN SARDEGNA 1tweet sulle elezioni in sardegna 13TWEET SULLE ELEZIONI IN SARDEGNA 13Matteo Salvini e Francesca Verdini capodannatiMATTEO SALVINI E FRANCESCA VERDINI CAPODANNATIsalvini e francesca verdini in spiaggiaSALVINI E FRANCESCA VERDINI IN SPIAGGIAGIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONIGIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONIGIORGIA MELONI . MEME SULLE ELEZIONI IN SARDEGNAGIORGIA MELONI . MEME SULLE ELEZIONI IN SARDEGNAMARCO MARSILIOMARCO MARSILIO

 

MATTEO SALVINI AL COMIZIO PER PAOLO TRUZZU – Foto Gianluca Zuddas/LaPresseMATTEO SALVINI AL COMIZIO PER PAOLO TRUZZU – FOTO GIANLUCA ZUDDAS/LAPRESSESARDEGNA, PENSATI LIBERASARDEGNA, PENSATI LIBERA

 

MATTEO SALVINI A CAGLIARI PER PAOLO TRUZZUMATTEO SALVINI A CAGLIARI PER PAOLO TRUZZUle faccine di giorgia meloni al comizio per paolo truzzuLE FACCINE DI GIORGIA MELONI AL COMIZIO PER PAOLO TRUZZUMELONI AL COMIZIO PER TRUZZUMELONI AL COMIZIO PER TRUZZUSALVINI AL COMIZIO PER TRUZZUSALVINI AL COMIZIO PER TRUZZUpaolo truzzu elezioni regionali sardegnaPAOLO TRUZZU ELEZIONI REGIONALI SARDEGNAlucia chessa alessandra todde renato soru paolo truzzuLUCIA CHESSA ALESSANDRA TODDE RENATO SORU PAOLO TRUZZUgiorgia meloni e i giornalisti vignetta by rolli il giornalone la stampaGIORGIA MELONI E I GIORNALISTI VIGNETTA BY ROLLI IL GIORNALONE LA STAMPALO SPOGLIO SARDO - VIGNETTA BY NATANGELO - IL FATTO QUOTIDIANOLO SPOGLIO SARDO - VIGNETTA BY NATANGELO - IL FATTO QUOTIDIANOgiorgia meloni matteo salvini paolo truzzuGIORGIA MELONI MATTEO SALVINI PAOLO TRUZZULA DISFATTA DI MATTEO SALVINI IN SARDEGNA - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIALA DISFATTA DI MATTEO SALVINI IN SARDEGNA - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIAgiorgia meloni matteo salvini paolo truzzuGIORGIA MELONI MATTEO SALVINI PAOLO TRUZZU

 

 

DALLA POLITICA ALL’AVANSPETTACOLO, GIORGIA MELONI, DOPO LA SCOPPOLA IN SARDEGNA E I TORMENTI DEL GOVERNO CON SALVINI, PREPARA IL SUO FUTURO DA CABARETTISTA – “AVREI VOLUTO FARE LA CANTANTE MA SONO STONATA. AVREI VOLUTO GIOCARE NELLA NAZIONALE DI PALLAVOLO, MA SONO NANA. AVREI VOLUTO CONOSCERE MICHAEL JACKSON MA È MORTO TROPPO PRESTO” (IN PRATICA LE E’ RIMASTA SOLO LA POLITICA E SI E’ BUTTATA SU QUELLA) – AI CORRISPONDENTI DELLA STAMPA ESTERA: “MI INVITATE IL GIORNO IN CUI PERDO IN SARDEGNA, SONO IN QUARESIMA E NON POSSO NEMMENO AFFOGARE I DISPIACERI NELL'ALCOL” – LO SLOGAN “MORIREMO TUTTI” (TIE’) E GLI SCONGIURI: “A DRAGHI AVETE PORTATO UNA SFIGA…” – VIDEO




 

 

Estratti da open.online

 

GIORGIA MELONI CENA CORRISPONDENTI STAMPA ESTERAGIORGIA MELONI CENA CORRISPONDENTI STAMPA ESTERA

Il giorno dopo la vittoria del centrosinistra in Sardegna, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, invitata alla cena dei corrispondenti della stampa estera, riconosce – ironicamente – la sconfitta. «So che ci si aspetta un intervento leggero ma io non ero leggera neanche a 15 anni figuriamoci dopo 16 mesi di governo, poi mi invitate nel giorni in cui perdo la Sardegna e sto pure facendo la Quaresima e non posso nemmeno affogare i dispiaceri nell’alcol…», sottolinea Meloni nel suo intervento.

 

GIORGIA MELONI MEMEGIORGIA MELONI MEME

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Tra i sogni nel cassetto di Meloni, mai, però, realizzati. «Avrei voluto fare la cantante ma sono stonata. Avrei voluto giocare nella nazionale di pallavolo, ma sono nana. Avrei voluto conoscere Michael Jackson ma è morto troppo presto». Tra questi desideri non c’era quello di fare la presidente del Consiglio «perché sono una persone troppo lucida. Però Michael Jackson mi ha insegnato l’inglese – spiega – . Non tutti sanno che ho imparato l’inglese perché ero un’appassionata di musica e volevo capire cosa dicessero questi testi. E questo mi ha aiutato nella politica estera», confida.

 

GIORGIA MELONI CENA CORRISPONDENTI STAMPA ESTERAGIORGIA MELONI CENA CORRISPONDENTI STAMPA ESTERA

 

«Il mio slogan: “Moriremo tutti”»

«Uno dei miei collaboratore dice che il mio slogan è: “Moriremo tutti” – ironizza Meloni durante la conferenza -. Io non sono una persona ottimista, guardo sempre il bicchiere mezzo vuoto però siccome sono in grado di immaginare sempre lo scenario peggiore possibile, e di solito la sorte è sempre più magnanima di me, poi sono in grado anche di affrontare tutti gli altri scenari perché avevo previsto quelli peggiori», afferma la premier, sottolineando inoltre di sentirsi «una persona perbene e buona», spiega.

 

Eppure, per Meloni, «non bisogna mai sottovalutare la potenziale cattiveria di un buono costretto a essere cattivo». Le cose che la fanno arrabbiare di più? «La slealtà, l’umiliazione e perdere a burraco, cosa che mi sta capitando spesso, diciamo che quest’anno non è partito benissimo».

 

giorgia meloni matteo salvini paolo truzzuGIORGIA MELONI MATTEO SALVINI PAOLO TRUZZU

«A Draghi avete portato sfiga, io vado..»

«Non mi lancerò in una danza perché non è proprio il giorno giusto ma vi ringrazio se non altro per il buon auspicio perché mi avete invitato a questa cena e dopo avermi invitato mi avete spiegato che due giorni dopo che era venuto Mario Draghi…gli avevate portato una sfiga senza precedenti…», scherza Meloni. «Farò del mio meglio per allontanarmi da questa sala il prima possibile – afferma – e cercare di rimanere un pochino a governare questa nazione».

 

 

GIORGIA MELONI CENA CORRISPONDENTI STAMPA ESTERAGIORGIA MELONI CENA CORRISPONDENTI STAMPA ESTERASARDEGNA, PENSATI LIBERASARDEGNA, PENSATI LIBERAMEME SULLA SCONFITTA DI GIORGIA MELONI ALLE ELEZIONI REGIONALI SARDEMEME SULLA SCONFITTA DI GIORGIA MELONI ALLE ELEZIONI REGIONALI SARDELO SPOGLIO SARDO - VIGNETTA BY NATANGELO - IL FATTO QUOTIDIANOLO SPOGLIO SARDO - VIGNETTA BY NATANGELO - IL FATTO QUOTIDIANOle faccine di giorgia meloni al comizio per paolo truzzuLE FACCINE DI GIORGIA MELONI AL COMIZIO PER PAOLO TRUZZUle faccine di giorgia meloni al comizio per paolo truzzuLE FACCINE DI GIORGIA MELONI AL COMIZIO PER PAOLO TRUZZUle faccine di giorgia meloni al comizio per paolo truzzuLE FACCINE DI GIORGIA MELONI AL COMIZIO PER PAOLO TRUZZUGIORGIA MELONI MEMEGIORGIA MELONI MEME

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